Giovanni Secco Suardo – Biografia

Proveniente da un’antica famiglia bergamasca, il Conte Giovanni Secco Suardo seguì gli studi di Legge e, dal 1831, si trasferì a Milano come Deputato presso la Congregazione Centrale della città.
Ben introdotto nella cerchia della “connoisseurship” lombarda dell’epoca, mantenne stretti rapporti con i collezionisti che gravitavano attorno all’Accademia Carrara: Guglielmo Lochis, Carlo Marenzi, Giovanni Brentani, Pietro Moroni, e a Milano con Girolamo D’Adda, Giovanni Morelli, Charles Eastlake, Giangiacomo Poldi Pezzoli. La passione per il collezionismo lo portò ad occuparsi dei problemi legati alle tecniche artistiche e a frequentare i più rinomati atéliers milanesi del tempo, fra i quali quello di Alessandro Brisson e di Giuseppe Molteni che, alla metà del secolo, erano divenuti luoghi di incontro “obbligati” per connoisseurs, mercanti e restauratori.

Nel 1858 pubblicò un primo lavoro Sulla scoperta ed introduzione in Italia dell’odierno sistema di dipingere ad olio, cui seguirono, nel 1870, i Pensieri sulla pittura ad encausto, ad olio e a tempera.

Fin dai primi anni Cinquanta si dedicò allo studio delle tecniche di restauro dei dipinti, creando un vero e proprio laboratorio nella sua residenza di Lurano (Bergamo). Entrò in contatto con i più famosi restauratori del tempo italiani e stranieri, da Paul Kiewert a Maximilian Pettenkoffer, analizzando e confrontando le diverse tecniche e metodologie di restauro impiegate in Italia e all’estero.

Frutto di queste esperienze fu, tra l’altro, il celebre Manuale ragionato per la parte meccanica dell’Arte del Ristauratore di dipinti (Milano, 1866), che ebbe una larghissima fortuna editoriale e divenne strumento indispensabile per restauratori, collezionisti e amateurs. Fra le sue novità, la più importante resta la descrizione dello “strappo” degli affreschi, una tecnica a tutt’oggi applicata nel trasporto dei dipinti murali, sia pure con le ovvie varianti dovute all’evoluzione tecnologica, che ha consentito al restauro di trasformarsi in una vera e propria scienza della conservazione.

Nel 1864 fu chiamato dal Ministero della Pubblica Istruzione a tenere un corso di lezioni sul restauro presso i laboratori della Galleria degli Uffizi a Firenze; da questa esperienza nacque una prima e moderna scuola di “estrattisti” che costituì l’antefatto per l’emergere di una nuova sensibilità verso i problemi della conservazione del patrimonio artistico italiano.

Biografia completa a cura di Silvia Cecchini – Dizionario Biografico degli Italiani – Treccani