Summit europeo “Tutela del patrimonio culturale: verso un profilo europeo del restauratore dei Beni Culturali”
Pavia, 18-22 Ottobre 1997

Il Summit ha visto la partecipazione di rappresentanti scientifici e istituzionali dei diversi paesi europei, per dibattere ed approvare una serie di punti chiave sulle tematiche più urgenti della professione del conservatore-restauratore e sulle relative politiche possibili.

I lavori del Summit hanno prodotto il “Documento di Pavia, tradotto e diffuso in nove lingue.

Ente promotore: Associazione Giovanni Secco Suardo

Enti sostenitori e partner: Unione Europea DG X – Ministero per i Beni e le Attività Culturali – Associazione Giovanni Secco Suardo Consiglio Nazionale delle Ricerche – Università di Pavia – Assessorato alla Cultura della Regione Lombardia – Assessorato alla Cultura della Provincia di Pavia – Assessorato alla Cultura, Istruzione e Formazione Professionale del Comune di Pavia – Université Libre de Bruxelles, Section d’Histoire d’Art et d’Archéologie; Ecole Nationale du Patrimoine IFROA (Francia); Hoschschule fur Bildende Kunste Dresden (Germania); Hamilton Kerr Institute University of Cambridge; Museum & Galleries Commission (Gran Bretagna).

Scientific Committee: Maria Grazia Albertini Ottolenghi (Università di Pavia), Ségolène Bergeon (Direction du Patrimoine Paris), Gael De Guichen (ICCROM Roma), Carole Milner (Museum & Galleries Commission London), Mara Nimmo (Istituto Centrale per il Restauro), Catheline Périer-D’Ieteren (Université Libre de Bruxelles), Nathalie Ravanel (ECCO), Ulrich Schiessl (Hochschule für Bildende Künste Dresden).

 

DOCUMENTO DI PAVIA

 

CONSIDERANDO che il patrimonio culturale, mobile e immobile, è una componente fondamentale dell’identità culturale europea, nel rispetto delle diversità nazionali e regionali ;

CONSIDERANDO la natura particolare di tale patrimonio, il suo carattere  irripetibile, l’obbligo morale di tramandarlo alle generazioni presenti e future e la necessità di rendere consapevoli i professionisti del settore, il pubblico e il mondo politico della sua genesi, della sua storia, della  sua vulnerabilità e della sua tutela ;

CONSIDERANDO la necessità di garantirne la conservazione e il restauro al più alto livello qualitativo, cioè di preservarne l’integrità storica e di consentirne la durata nel tempo ;

CONSIDERANDO che la conservazione e il restauro di alto livello richiedono l’indifferibile  riconoscimento dello status professionale del conservatore-restauratore* a livello europeo ;

CONSIDERANDO che il conservatore-restauratore deve partecipare al processo decisionale fin dalla fase d’ideazione del progetto di conservazione e di restauro e che,  in collaborazione con le altre professionalità coinvolte, deve assumere le responsabilità derivanti dalle sue competenze, quali la diagnostica, la definizione, la realizzazione e la documentazione degli interventi.

GLI ESPERTI delle professioni operanti nel settore della conservazione e del restauro del patrimonio culturale, riuniti a Pavia dal 18 al 22 ottobre 1997, raccomandano che, sulla base del documento “E.C.C.O. Professional Guidelines”, 11 Giugno 1993 (allegato 1) e in collaborazione con tutti gli specialisti del settore, l’Unione Europea sostenga le seguenti azioni:

  1. il riconoscimento e la promozione della conservazione e del restauro come disciplina, il cui insegnamento si svolga, per tutte le categorie di beni culturali, a livello universitario o riconosciuto come equivalente, con accesso al dottorato di ricerca 
  2. il potenziamento dell’interdisciplinarietà tra i conservatori-restauratori e i rappresentanti delle discipline scientifiche e umanistiche, tanto nell’insegnamento quanto nella ricerca
  3. lo sviluppo del profilo professionale del conservatore-restauratore in base alle norme definite dall’E.C.C.O. (1993/1994), della sua partecipazione nel processo decisionale fin dall’ideazione del progetto e della sua responsabilità nella comunicazione con i professionisti del settore, il pubblico e il mondo politico
  4. la definizione a livello europeo delle competenze professionali specifiche del conservatore-restauratore 
  5. una particolare attenzione volta a evitare la proliferazione di percorsi formativi non qualificati
  6. un giusto equilibrio nella formazione del conservatore-restauratore tra insegnamenti teorici e pratici integrati, nonché l’inserimento della comunicazione fra le materie di studio 
  7. l’immediata attivazione di un programma di cooperazione e di scambi mediante una rete europea di istituti di formazione e ricerca in materia di conservazione e di restauro
  8. a realizzazione, ad opera della professione, di uno studio comparato dei diversi sistemi di formazione (obiettivi, contenuti e livelli)
  9. una migliore diffusione dell’informazione mediante la pubblicazione dei dati sulle attività di conservazione e di restauro 
  10. lo sviluppo della ricerca nel settore della conservazione e del restauro
  11. la creazione di un quadro normativo che garantisca la qualità degli interventi sui beni culturali o sul loro ambiente, per scongiurare gli effetti negativi delle pressioni del mercato ; tale quadro normativo deve comprendere in particolare disposizioni riguardanti:
    –  la qualificazione delle imprese o dei gruppi di professionisti
    –  le specifiche tecniche dei capitolati per qualsiasi progetto di conservazione e di restauro
  12. la pubblicazione di un glossario multilingue basato sulle definizioni concettuali contenute nella bibliografia specializzata della professione
  13. la disponibilità dei mezzi necessari ad assicurare una migliore comunicazione tra i professionisti del settore, il pubblico e il mondo politico.

Gli esperti auspicano che le istituzioni comunitarie considerino prioritaria la traduzione in azioni concrete e coordinate di queste raccomandazioni. 

Adottato all’unanimità a Pavia il 21 ottobre 1997

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* Il termine equivalente in Italia è “restauratore di beni culturali”